Il Natale secondo Renato Ardovino – intervista
Renato Ardovino è un pasticciere e anche uno dei più talentuosi cake designer italiani. È un bell’uomo, ma è anche troppo umile per ammetterlo.
E ci parla di Natale, dolci e ricordi con la semplicità di un cuore vero e bello.
Che dolce è il Natale?
Per noi salernitani il Natale è la pasticella (o calzoncello n.d.r.), un raviolo dolce con ripieno di castagne dalla lunga lavorazione.
È una ricetta tradizionale, ma per gusto e struttura, la pasticella è come un macaron: ha una sfoglia croccante e friabile che bilancia e un cuore morbido e goloso.
Quindi, dolce e Natale vogliono dire tradizione?
Non solo, la pasticella è sì un dolce tradizionale e natalizio, ma è anche un dolce “lungo”. Ci vuole impegno: la cottura delle castagne per il ripieno non è velocissima e… nemmeno il resto! Ricordo ancora quando da bambino mia madre e mia nonna mi davano il compito di tagliuzzare e ripiegare i bordi del raviolo, non si finiva mai.
In cucina già da bambino?
La pasticella si prepara con l’aiuto di tutti, noi piccoli di casa eravamo le “braccia”, la pura manovalanza incaricata di ripiegare e tagliuzzare il raviolo di pasta finissima che i grandi preparavano. Da bambino fai solo quello: il lavoro che non ha bisogno di supervisione, come quando ti incaricavano di mettere il basilico nella conserva di pomodoro.
Il Natale più bello che hai passato?
Sai, il 25 dicembre chi ha un’attività come la mia, solitamente lavora.
In famiglia abbiamo sempre lavorato il giorno di Natale, però la vigilia, quella la festeggiamo e non riesco a indicarne una in particolare perché è così raro che è sempre bello riuscire a stare a casa con tutta la famiglia.
Quindi il tuo Natale è la vigilia?
Sì e no. Nel senso che non è vero quel che canta Mina in: “è Natale”, quando dice oggi è Natale, passati due giorni però, te la faccio pagare…
Non conosco questa canzone, sembra piena di rancore
È una canzone molto bella, ma parla delle convenzioni del Natale, della gente che è “buona” solo per un giorno.
Non è così che dovrebbe essere. Ogni giorno si deve essere gentili, caritatevoli, disponibili.
Penso che la cattiveria, la scortesia, siano più dovute a fattori come: timidezza, problemi lavorativi, una famiglia assente o troppo opprimente, una giornata andata male, cose così.
Se una persona che entra nella mia pasticceria, non solo non saluta, ma ha anche un tono altezzoso, quel che penso è: “chissà che cosa gli è successo, per agire così”.
Veramente pensi questo? Non ci resti male?
La maleducazione non mi piace, e sì ci resto male quando chi viene a mangiare da me nemmeno risponde al “buongiorno”.
Però credo che a furia di essere gentili, quel buongiorno lo otteniamo. Almeno, a me è successo con un cliente.
Racconta un po’…
Quest’uomo veniva quasi ogni giorno e non parlava mai, se non per ordinare. E non lo faceva nemmeno con gentilezza.
Non mi sono lasciato scoraggiare, ho sempre sorriso e sono stato gentile. Rispondevo sempre con garbo e alla fine è cambiato: quando entra saluta ed è cortese. Ma solo con me, non con mia sorella!
Quindi, l’essere buoni paga. È una perfetta storia di Natale, in pratica hai trasformato Scrooge (il protagonista di Canto di Natale di Dickens n.d.r.) in una persona più gentile
È solo che credo che ci sia del buono in tutti noi e chi lo nasconde ha un motivo, a volte grave.
E allora con la gentilezza lo puoi aiutare a ritrovare quel bene.
Dopo quello che hai raccontato, tutta Cakemania si aspetta una torta di Natale ispirata a Dickens.
Avrei tanto voluto realizzarne una quest’anno, ma purtroppo tra le registrazioni della trasmissione televisiva (Torte in corso con Renato, in onda su Realtime, ndr) e la pasticceria non ho avuto tempo. Dickens mi piace, ci penserò su…
Fino al prossimo anno, ne hai di tempo. Ma oggi, che gusti, spezie e creme suggerisci per una torta invernale?
D’inverno cannella e zenzero. Poi tanta frutta secca e crema all’arancia. Anzi no, al mandarino: è più buona.
Ci prometti che l’anno prossimo preparerai una torta con crema al mandarino ispirata a Canto di Natale di Dickens?
Prometto che ci penserò, ma solo se ascoltate la canzone di Mina: fa riflettere ed è molto bella.
Guarda le torte di Natale di Renato Ardovino