Un weekend speciale tra Mammacheblog e il rientro in famiglia
Stamattina mi sono alzata presto per liberare Ninja dal bagno dove dorme di notte (sennò mi mangia la kenzia) e dargli la colazione.
La prima cosa che ho notato entrando in cucina è stata la crostata che avevo fatto ieri sera. Ce n’era rimasto meno di un quarto, tagliato male, o meglio (o peggio), tagliato come fai quando pensi “ancora una fettina; solo un’altra; giuro che è l’ultima; davvero, sennò muoio; ecco, ho esagerato” e te ne arroghi altre cinque.
Ma io avevo detto, ieri sera, “guardate che potete prenderne solo una fetta piccola a testa, ché domani mattina voglio fotografarla per Cakemania: ho testato la Stevia per fare la frolla, e ho promesso di dire cosa ne pensavo. Il resto lo mangerete a colazione”.
E invece.
Qualcuno si è alzato di notte e, o si è dimenticato del mio caveat, o la frolla fatta con il dolcificante al posto dello zucchero ha passato il test alla grande.
La crostata amputata è un bel riassunto di questi tre giorni: quella Stevia l’ho avuta al Mammacheblog, il camp del mommy blogging organizzato da FattoreMamma, il network di cui fa parte anche Cakemania da un anno. E quelle bocche fameliche che hanno sbranato la crostata fatta in fretta alle 19.30 mentre riscaldavo lo spezzatino di due giorni prima e mettevo a bollire il bulghur; quelle bocche che chiedono “che c’è di dolce stasera?” anche se sono arrivata alle 17 da Milano dopo due giorni di full immersion lavorativa e devo ancora andare a fare la spesa, e sai che c’è, una doccia ci starebbe proprio bene; quelle bocche sono la mia famiglia: un marito, tre figli, la mia nuorina adorata (che adora le crostate e che passa questo weekend con noi), e pure il gatto, che se non sta mordendo la kenzia come un castoro, si sta arrampicando con le unghie sulle mie gambe per cercare di addentare quello che sta sul banco della cucina.
E mentre guardo un po’ sconsolata la mia crostata, cercando di trovare la maniera di trarne una fetta minimamente fotogenica…
… spipporo anche Instagram, e gli account delle ragazze che ho conosciuto o rivisto a Milano ieri e l’altro ieri.
Sabina di Ioconmiofiglio ne ha fatta una alle fragole bellissima (zac, repost!).
Lisa di Sognandocupcake mi ringrazia per il regalo che ho portato per i suoi figli (beh, io mi sono fatta fare i biscotti da lei. E un gazzillione di tutorial di cake design: mi pare il minimo!).
Mi torna in mente Silvia di Cosedamamme che con Sabina abbiamo letteralmente messo all’angolo (in un angolo tra l’ascensore e la hall dell’hotel dove abbiamo dormito tutte come alla gita del liceo) per farle cantare la sua geniale canzone della suocera (per vostra fortuna sta anche su Youtube; ma eseguita dal vivo non ha prezzo).
Maddalena di FarmaciaSerra che la sera a cena scriveva ricette di fiori australiani (i fiori di Bach contemporanei, adesso lo so anche io) a chi le chiedeva consiglio sui rimedi anti-ansia, perché siamo-così-dolcemente-complicate.
Stefania di CreativitàOrganizzata che aveva paura di scendere in auto da Bassano del Grappa a Milano, che ha scoperto che Chiara di Chiaraconsiglia è sua vicina di casa e all’idea di viaggiare insieme non solo si è fatta coraggio, ma la sera ci ha scarrozzate tutte guidando con dei tacchi 30 da equilibrista del circo (ti stimo, sorella!).
E poi Veronica, che con Spora predica che l’empowerment femminile passa proprio dai tacchi alti, che dice “suca” con accento argentino invece di “che mi frega”, ed è cazzuttissima.
La senese Doria di Unideanellemani che è venuta con marito e figlia bellissima e con cui mi sono permessa di far uscire quella cadenza toscana che si assopisce quando non sono a contatto con i miei paisà.
Violeta, l’ostetrica che durante una mitica lezione di ginnastica del pavimento pelvico ci ha insegnato che il clitoride e il pene sono UGUALI (stessa forma, stessi tessuti: il primo è solo sistemato in maniera più discreta; il secondo è tutto out there perché i maschi sono degli sboroni ahah).
Chiara di Machedavvero che – dopo quella lezione – come me gravitava sempre intorno ai sex toys di Ohhh (io ne ho vinto uno con un tweet!) e agli amigurumi a forma di organi genitali, mentre le fan del suo divertentissimo e candido blog si facevano vento con le mani e saltavano in cerchio gridolinando “omiodiolamachedavveromihasalutato!!!” come delle adolescenti che vanno a scuola con Justin Bieber.
Barbara, la Mammafelice che pur avendo solo 40 anni fa da mamma a tutte noi tracciando le linee guida di un codice deontologico indispensabile per lavorare bene. Nestore, paziente e gentilissimo tecnico di molte di noi, che si presenta come “nerd e marito di Barbara” (tenero!).
Daniela di Scuolainsoffitta, la mia go-to-girl per libri e giochi intelligenti per bambini, che mette buon senso e umorismo in tutto quello che fa.
E ovviamente Jolanda, Elisabetta, Marua, Laura, Ilaria, Astrid, Lucia, Manuela, Paola, Alessia… tutto il team di donne di FattoreMamma + l’unico beato fra loro, Paolo, che ha organizzato e offerto (gratis, a chiunque volesse partecipare) questi due giorni di corsi, panel e workshop, e selfie e abbracci e risate e appunti e domande e tweet e retweet e campioncini e bambini gestiti in maniera favolosa con laboratori di ogni tipo.
Come si dice qui a Genova, ma se ghe pensu… ma se ci penso, tra sei mesi, per il prossimo Mammacheblog, faccio una mega-crostata: metà la lascio a casa, metà la porto a Milano. Voi tagliatela un po’ come vi pare!