Le nocciole piemontesi dell’Azienda Frutticola Romanisio
Una piccola produzione, un’azienda a conduzione famigliare e la nocciola più famosa del mondo: la “tonda gentile” è l’eccellenza delle Langhe, parliamo di come gustarla al meglio e dove comprarla.
“Ero bambina quando correvo dietro al nonno nei noccioleti e lo aiutavo a raccogliere le nocciole. Poi la domenica, dopo aver fatto il pane nel forno a legna, le mettevamo a tostare per renderle gustose e croccanti. Le sgranocchiavamo felici intorno al fuoco ed il profumo, quando le rompevamo, era inebriante. Lo porto ancora con me”.
Quando ho letto queste parole di Michela Romanisio mi sono un po’ commossa: perché la quintessenza dell’infanzia felice per me si distilla nel momento in cui, nel giardino della casa di campagna, mio nonno mi ha insegnato come rompere i gusci delle nocciole ancora verdi con un pezzo di mattone, poi ha costruito un ripiano di marmo proprio per me, e io ci passavo intere giornate a schiacciare e mangiare, schiacciare e mangiare.
Le nocciole di casa mia sono buone, buone di quei ricordi indelebili, ma non sono nobili come la “tonda gentile” che la famiglia Romanisio coltiva nelle Langhe da decenni, insieme alle pere nashi.
La conosciamo tutti, come conosciamo il pistacchio di Bronte o la mandorla di Noto: la tonda gentile, o “nocciola Piemonte IGP”, è considerata la migliore al mondo per:
- fragranza
- delicatezza
- durabilità (quando le altre varietà irrancidiscono, lei ha ancora molta strada davanti)
Viene impiegata nell’alta pasticceria e gelateria sotto forma di pasta, nelle creme spalmabili al cioccolato di qualità superiore, e ovviamente gustata al naturale o tostata – genere “una tira l’altra”.
Il noccioleto che ha sostituito le vigne di Dolcetto per volere di nonno Francesco viene oggi gestito dai suoi figli e nipoti: una piccola produzione artigianale, piena di cuore e attenzione, che possiamo seguire attraverso il profilo Instagram dell’Azienda, un autentico florilegio di poetiche immagini scattate tra i filari – la neve che li ricopre in gennaio, la potatura di marzo, la fioritura in aprile, e poi ancora il fogliame, il raccolto, la lavorazione…
Quando diciamo che dobbiamo sapere cosa mangiamo, questo è quello che dovremmo fare: accompagnare la produzione con il nostro sguardo, pazientare nell’attesa di una specialità, godercela finché ce n’è e poi… ricominciare. È il ciclo della vita vera, naturale – lontano dalla standardizzata abbondanza e ubiquità della scelta al supermercato.
Mi sono presa una cotta per l’Azienda Frutticola Romanisio quando ho assaggiato la “crema gianduia Ca’ del Duca” a casa di un’amica: un cucchiaino e ho capito che dovevo procurarmela subito.
Ho scoperto così che Ca’ del Duca è la linea destinata al pubblico di questa piccola realtà, e a quel punto dovevo saperne assolutamente di più.
Pochi giorni dopo aprivo un pacco contenente:
- nocciole crude, con la pelle
- nocciole tostate, spellate
- crema di nocciole gianduia
- crema di nocciole fondente
- pasta di nocciole
Avrei voluto anche della farina di nocciole (più baci di dama per tutti!), ma non era più disponibile; se da una parte mi è spiaciuto, dall’altra mi è piaciuto perché è un altro segno di genuinità: quando la roba finisce, finisce, e bisogna aspettare il raccolto successivo!
Le nocciole piemontesi Ca’ del Duca – recensione
Ok, parto con un approccio già un po’ partigiano, lo ammetto.
Ma so fare le mie considerazioni organolettiche oggettive 😉
Le nocciole Piemonte sgusciate hanno la compattezza e la fragranza del frutto fresco, appena colto al suo perfetto grado di maturazione: le assaggio in marzo e potrei giurare di trovarmi al settembre scorso. Non mi è mai successo prima, né con nocciole che apro una ad una in casa durante le mollezze del dopo cena, né con quelle comprate in busta. Merito del pregio della nocciola trilobata delle Langhe e del confezionamento sottovuoto immediato.
Le nocciole Piemonte tostate sono croccanti e friabili, con bassa oleosità. Il gusto è delicato, totalmente privo di quella acidità e amarezza che di solito contraddistingue le nocciole tostate. Una tale golosità che sembra di mangiare un gianduiotto – anche se non c’è cioccolato!
La crema di nocciole gianduia è molto fluida e setosa, il colore marrone chiaro tendente al rossiccio, il gusto dolce del migliore gianduiotto artigianale (se andate a Torino, fermatevi da A.Giordano in Piazza Carlo Felice: ne uscirete poveri ma felici, appunto!). Spalmarla sul pane francamente è un delitto, questa si mangia al cucchiaio!
(Ingredienti: nocciola Piemonte IGP 55%, zucchero di canna, latte, cacao, lecitina di girasole)
La crema di nocciole fondente è densa e pastosa, il colore testa di moro, il gusto intenso di nocciole molto tostate in entrata e quello persistente del cacao amaro a seguire. Destinata ai palati adulti, con un buon rum o un porto da meditazione.
(Ingredienti: nocciola Piemonte IGP 58%, cacao, zucchero di canna, lecitina di girasole – può contenere tracce di latte)
La pasta di nocciole è solo questo: una crema semiliquida di nocciole in purezza, senza zuccheri, aromi, o addensanti, leggermente sapida. Come esaltare le sue potenzialità? Io ne vedo un cucchiaino sopra un buon formaggio piemontese (una robiola, una toma giovane) per la degustazione, e ovviamente come ingrediente indispensabile per un gelato alla nocciola e per la crema pralinata di un grande classico come il Paris-Brest.
Dove acquistare le nocciole piemontesi?
L’Azienda Frutticola Romanisio ha tre canali di vendita:
- lo spaccio che sorge accanto al frutteto (meglio telefonare prima: 0173/795410 – 339/6212894), a Piozzo (Cuneo)
- i mercati Campagna Amica della Coldiretti, nelle zone del basso Piemonte
- lo shop online
I prodotti si esauriscono man mano che passano i mesi, per cui bisogna approfittarne il prima possibile. In questo periodo sullo shop online c’è uno sconto del 10% usando il codice PRIMAVERA.
Le spese di spedizione sono di 6.80 fino ai 5kg, 8.30 fino ai 10kg, e gratuiti sopra una spesa di 50€ – utile per fare un ordine con qualche amico gourmet 🙂
(Post in collaborazione con Azienda Frutticola Romanisio)