Gli strumenti della cucina moderna, di Tim Hayward
Dedicata ai collezionisti di utensili di cucina, agli appassionati della storia della gastronomia, ai designer, agli architetti, ai foodie e agli affamati in generale, “Gli strumenti della cucina moderna” è una guida curiosa e piena di aneddoti.
Se lo spregevole Goebbels disse che quando sentiva la parola cultura metteva mano alla pistola, leggere questo libro di cultura gastronomica vi farà venire voglia di mettere mano al portafogli.
Sono 68 gli oggetti esaminati in saggi di una pagina ciascuno (più una foto a lato) divisi in tre sezioni:
- preparare
- cucinare
- servire
In queste tre sezioni figurano inoltre saggi di una decina di pagine dedicati a:
- la cucina componibile
- la cucina romantica
- la cucina e i media
- gli elettrodomestici
- l’ambiente cucina
- la cucina di domani
L’autore Tim Hayward, critico del Financial Times, è una figura di spicco del food writing britannico, e si sente: il libro è particolarmente indicato agli anglofili, perché è soprattutto di prodotti inglesi, di negozi inglesi e di personaggi inglesi (da Elizabeth David a Terence Conran, passando ovviamente per Jamie Oliver) che parla, portando esempi gustosi sulla storia del costume del secolo scorso, e raccontando l’evoluzione di abitudini e metodi di cucina dall’epoca vittoriana ad oggi.
Alcune cose che ho scoperto e che ho trovato affascinanti:
- la storia della “cucina di Francoforte“, madre della cucina componibile ed ergonomica moderna
- l’antico tagliere da chapati che ho comprato quest’estate si chiama chakla, e poverina me non ho il belan (il matterello apposito)
- la padella di patatine fritte che prende fuoco è stato per anni la prima causa di incendi nelle case inglesi (poi hanno capito che è meglio usare una friggitrice; o meno grasso)
- restando in tema: le “french fries” sono esplose come fenomeno nelle strade francesi tra il 1830 e il 1840; venivano fritte in grasso di cavallo
- non so voi, ma io ora devo avere la pentola di ghisa disegnata dal finlandese Timo Sarpaneva; ORA.
Sono invece rimasta sorpresa nel non trovare alcuni oggetti molto iconici e molto conosciuti, come il pelacarote Oxo…
… il coltello Office di Opinel, il nostro tradizionale mortaio di marmo (sono citati quello giapponese, messicano e inglese), le bacchette con cui un terzo della popolazione mondiale mangia ogni giorno – da sempre, o l’anonima ma unica nel suo genere frusta danese, il mio personale oggetto-feticcio dell’anno.
E mi è spiaciuto che non ci fossero più foto a corredare le spiegazioni: quando Hayward parla di prodotti o trend che non conosco, mi sono messa a googolare ferocemente. Che è stimolante, per carità, ma che i suoi saggi storici siano totalmente privi di supporti iconografici è un vero peccato.
In ogni caso, è un libro informativo e piacevole, che ho divorato e che vi consiglio assolutamente.
Copertina rigida: 207 pagine
Editore: Guido Tommasi Editore-Datanova (30 agosto 2018)
Collana: Gli illustrati
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8867532286
ISBN-13: 978-8867532285
A proposito di frusta danese… conosci le differenze tra tutte le fruste?