5 cose strane che devi sapere sulle gelatine

Le gelatine hanno una lunga storia molto interessante, ma anche delle curiose particolarità per come vengono usate, soprattutto negli Stati Uniti…

5 cose strane che devi sapere sulle gelatine

  • La gelatina è lo “snack ufficiale” dello Utah, lo stato in cui risiede la maggior parte dei Mormoni, che infatti amano servire le loro “jellos” sformate una sopra l’altra, inframezzate da panna montata. Sulla spilla delle Olimpiadi invernali che vi si sono svolte del 2002 compariva una ciotola gialla piena di gelatina verde.

  • In Messico sono molto amate le “gelatinas encapsuladas”: virtuosistiche composizioni floreali incastonate in gelatine trasparenti o leggermente colorate. Si offrono durante battesimi, prime comunioni, quinceaneras (quindicesimo compleanno delle ragazze), matrimoni. I fiori vengono prodotti petalo per petalo tagliando con cucchiai speciali le gelatine e siringando intorno alle incisioni coloranti alimentari; quando si affettano si scopre che quegli splendidi fiori in 3D in realtà non esistono, sono un trompe l’œil! Realizzare una “gelatina artistica” o in “3D” richiede grande maestria; il prezzo si aggira intorno ai 100 dollari al chilo.

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  • I designer newyorkesi di Gowanus Studio indicono una gara annuale di gelatine creative, la Jell-O Mold Competion, preceduta da workshop per liceali durante i quali vengono insegnate tecniche di progettazione e realizzazione di stampi in silicone e la chimica delle gelatine. Durante le tre edizioni finora tenute tra i candidati si sono visti un altare con Madonna in gelatina di Bloody Mary; tazze di cappuccino completamente eduli; una lampada stile Tiffany; una dentiera immersa in un bicchiere di disinfettante…
  • Liz Hickok è un’artista di San Francisco che ha riprodotto in gelatina tutta la sua città ed edifici storici come la Casa Bianca, il Big Ben e la Statua della Libertà. I suoi plastici sono retro-illuminati, la maggior parte delle volte fotografati in studio, a volte installati in gallerie d’arte.
  • Nei ristoranti pluristellati sono oggi di gran moda i cocktail gellificati: Bloody Mary, Caipirinha, Mojito serviti al cucchiaio. In versioni certamente meno sofisticate tra gli studenti dei college americani sono molto popolari  i “jelly shots”, bicchierini di plastica riempiti con gelatine in technicolor ad alta gradazione alcolica. I cocktail gellificati non sono comunque un’invenzione recente: nel 1820 Antonin Carême (uno dei più grandi chef di tutti i tempi) ne serviva uno a base di Champagne rosé, acqua di fiori di arancio e zucchero, cui aggiungeva un colorante rosso per dare al drink un aspetto marmorizzato.

 

Cakemania, eco food blog di Sasha Carnevali